Chiese e luoghi di culto

Chiesa San Giacomo

Descrizione

Fin dall'origine la chiesa di San Giacomo fu legata alla confraternita penitenziale dei Battuti, che la costruì e la mantenne fino all'età napoleonica. Il primo luogo di culto fu eretto nel 1432, ma nulla ne resta.

Sappiamo però che a poco a poco cominciò a svilupparsi la devozione alla Vergine addolorata, testimoniata ancora dalla statua della Pietà nella nicchia dell'altare, che risale al XVII secolo.

Soppressi i Battuti, nel corso del XIX secolo la chiesa fu oggetto di molti lavori di ristrutturazione che ne mutarono radicalmente l'aspetto, a cominciare dalla costruzione, nel 1836, dell'attuale facciata classicheggiante. Tra il 1868 e il 1900 agli scledensi Valentino Pupin e Tomaso Pasquotti furono commissionate le otto tele delle pareti laterali dell'aula: i Dolori della Vergine (sette tele) e quella con l'Incoronazione della Vergine (lungo le pareti dell'aula). Opera degli stessi artisti è la decorazione generale dell'edificio.

L'unico altare presente è un rifacimento del 1880 che recupera dell'altare secentesco solo lo splendido paliotto intarsiato (notare la Pietà in un trionfo di fiori e frutti e i due vasi laterali) e il contorno della nicchia lungo la quale sono raffigurati in intarsio i quindici simboli della passione di Cristo, opere entrambe di Domenico Corberelli (1682). Dell'antica chiesa rimangono ancora poche e preziose testimonianze: la tomba terragna dei Battuti, davanti alle scale del presbiterio, e, sopra la bussola della porta, l'antica pala dell'altare dipinta dallo scledense Zambon Zamboni (1642). L'edificio è stato totalmente restaurato tra il 1999 e il 2000.

Usciti dalla chiesa e percorso il corridoio coperto, appare il piccolo loggiato (restaurato negli anni Cinquanta), unico resto del complesso ospedaliero dei Battuti. A due piani, nella fascia inferiore si aprono tre archi a tutto sesto sostenuti da sei colonne tuscaniche; la loggetta superiore, invece, è architravata. A lato della chiesa, infine, si eleva l'aguzzo campanile, eretto nel 1602 e ancor oggi il più alto della città di Schio.

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