Archeologia Industriale e Alessandro Rossi
Giardino Jacquard
Descrizione
A partire dal 1860 - durante la fase di rinnovamento promossa da Alessandro Rossi - si assiste anche alla sistemazione dell’area di fronte al Lanificio Francesco Rossi, trasformata in uno splendido giardino tardo romantico.
Questo luogo, che naturalmente presenta un dolce pendio verso il colle, venne trasformato e abbellito dal 1864 al 1878 circa. In questa superficie erano, infatti, presenti strutture funzionali al vicino opificio, come asciugatoi e stenditoi per i panni lana, e l’antica Tessitura Jacquard. La tessitura fu sostituita con la “Tettoia per gli operai” realizzata dall’ing. Pergameni e ancora visibile rispetto all’elegante cancellata d’ingresso.
VIDEO YOUTUBE del GIARDINO JACQUARD
Tale elegante angolo verde è opera dell’architetto Antonio Caregaro Negrin, il quale ha saputo abilmente inserire nuovi elementi a quanto già esistente nel contesto: le due case d’angolo rivolte verso l’attuale Via Pasubio, la torretta ottagonale con tetto a pagoda e la cinquecentesca chiesetta di San Rocco. La torretta chiudeva un tempo la tessitura ed era destinata a contenere i “pisciatoj” in base all’usanza di utilizzare l’urina nel processo di lavorazione della lana per la sua forte percentuale di ammoniaca. Fu trasformata poi in torre uccelliera seguendo i canoni tradizionali della villa rurale veneta.
Altro elemento significativo del giardino è la sinuosa serra ad esedra che fa da sipario a tutta la parte posteriore del giardino: il misterioso ninfeo, il sistema di grotte, i giardini pensili e il belvedere.
Il giardino Jacquard con il suo originale eclettismo e la ricchezza di essenze arboree, la cui cura era affidata a Marco Restiglian dell’orto botanico di Padova, è davvero un interessante espressione della cultura veneta ma anche europea di fine Ottocento.
L’edificio che limita la parte destra del giardino - un tempo abitazione per il custode, stalla, magazzino - fungeva da supporto all’attività produttiva del Lanificio Rossi. Dopo il 1860 fu trasformato in un Dopolavoro con scuola serale, sala prove per la banda, biblioteca circolante ed un’importante sala teatrale polivalente in grado di accogliere ottocento persone. La facciata laterale è arricchita da dodici medaglioni in terracotta, dovuti a G.B. Boni che rappresentano illustri personaggi scledensi che hanno fatto la storia della Città.
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